giovedì 5 luglio 2012

Quando un cuore senza un pezzo...

"Era li, tutto il giorno a fissare il voto perché il silenzio la assordava. Tentava di ignorarlo quel ronzio ma era più forte di lei.
All'inizio voleva riempirlo quel vuoto, ci lottava contro, tentava di sovrastarlo fino al giorno in cui le diedero il colpo di grazia.
Il suo corpo era diventato ignaro trofeo d'un uomo che dichiarava apertamente di voler giocare, di non curasi di niente e nessuno.
Lei glielo donava ma ogni volta che lui iniziava a sfiorarla il suo corpo era come se mettesse il pilota automatico. Talvolta lo dimenticava e a quella passione che ancora la teneva legata lui si lasciava andare. Rideva e le sue mani volavano ovunque, in ogni antro di quel corpo che conosceva bene come se stessa.
Ma appena la carne si consumava, non c'era nessuno sguardo ad aspettarla, nessuno sguardo ad amarla, solo la stanchezza e la voglia di dormire. E lei stava li, immobile, aspettando che Morfeo arrivasse sul corpo steso al suo fianco e così, non appena quelle palpebre si chiudevano, la sua anima iniziava a leccarsi le ferite, ennesime, plurime.
Ormai ne era certa, anche quello era una sorta di autolesionismo della quale però nessuno si rendeva conto. Un autolesionismo che non lasciava segni tangibili, ne cicatrici esposte all'aria, un autolesionismo che però lentamente la corrodeva da dentro e alla quale non riusciva a porre fine.
L'unico segno di autodifesa che le era rimasto era la chiusura. Del suo cuore, della sua anima, della sua mente. Tutto questo ormai lo teneva solo per sei e le PAROLE erano ancora una volta le uniche a correrle in soccorso."

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